Il calcio romano agli inizi del secolo

Il calcio approdò a Roma nei primi anni del secolo, in leggero ritardo rispetto a Genova, Torino e Milano, ma fu subito popolare. A fario conoscere ai romani fu un certo Bruno Seghettini, socio del Racing Club di Parigi che portò a Roma anche il primo pallone. Era una sfera cucita a mano in modo molto approssimativo, mettendo insieme tanti rettangoli di cuoio. Il primo campo di gioco sorse in Piazza d'Armi, nel quartiere Prati. I quattro lati del campo erano l'attuale Lungotevere, il futuro viale Carso, viale Angelico e viale delle Milizie. Le due porte vennero costruite da un falegname, Alberto Canalini, che aveva la sua bottega nei pressi e al quale, anni dopo, in segno di riconoscenza, venne dedicqto un torneo che ebbe l'onore di battezzare all'esordio Fulvio Bernardini. La Lazio era stata fondata nel 1900 come "Società Podistica", per cui la vera prima squadra di calcio romana fu il Football Club di Roma nato nel 1901. Per costruire il primo campo di calcio, quello dei "Due Pini", dove poi giocò il Roman per vari anni (vedi foto a pagina 18), il Football Club di Roma varò un prestito, mettendo in circolazione obbligazioni dal valore nominale di 25 lire. Queste obbligazioni erano garantite da una "Società Anonima" cui faceva capo il "club". Ma continuando la nostra cronistoria, si ha notizia certa di un incontro di calcio disputato il 17 marzo 1902 tra la Lazio e la Virtus, che era nata da una scissione della società biancazzurfa, mentre nel 1907 nacque l'Alba e nel 1908 la Fortitudo. E solo nel 1910 la Lazio dette vita ad una vera Sezione Calcio. Nel riquadro che fa parte di questa pagina raccontiamo la storia di Ferraris IV, ma il giocatore che per primo dette lustro al calcio romano fu Fulvio Bernardini. Il grande "Fuffo", nato nel rione Monti, aveva cominciato a giocare nell'Esquilia, sul campetto dell'oratorio di via delle Sette Sale. Tentò di farsi assumere dalla Fortitudo, ma quando arrivò all'appuntamento per sostenere il provino, trovò il cancello chiuso. Bussò quindi alla Lazio, che lo fece esordire come portiere il 19 ottobre 1919 proprio contro la Fortitudo, nella prima partita del torneo dedicato ad Alberto Canalini. Bernardini fu anche il primo giocatore romano a indossare la maglia della nazionale.
L'esordio in azzurro avvenne il 22 marzo 1925 a Torino, contro la Francia. L'Italia vinse per 7-0 e Bernardini figurò tra i protagonisti, esaltato come tale dalla stampa. Piùtardi ruppe il suo rapporto con la Lazio in seguito ad una sconfitta schiacciante subita contro l'Alba e ad alcuni giudizi allusivamente offensivi dei soci biancazzurri Nesi e Fraschetti. Fulvio accettò così il contratto dell'Intero Dopo l'esordio di Meazza, Bernardini rientrò a Roma, ma solo per vestire la maglia giallorossa che indossò da campione per 122 volte sino al 1939, anno del suo addio come giocatore.

Una squadra per otto fratelli

Se Fulvio Bernardini é stato certo il giocatore di maggior livello tecnico tra i pionieri del calcio romano, Attilio Ferraris fu il campione più popolare. Nato nel quartiere di Borgo pio, attilio venne scoperto da Fratel Porfirio, un religioso alla cui passione si deve la nascita e il successo della fortitudo, il cui nucleo centrale era rappresentato da due nuclei familiari.
Con attilio giocavano infatti nella stessa squadra anche i fratelli più grandi Paolo, Gino e Fausto. Ai quattro fratelli Ferraris si ffiancavano i quattro fratelli Sansoni. questo basto per fare della Fortitudo una squadra ideale sotto il profilo della fusione dei caratteri. il "tutti per uno, uno per tutti" era un fatto naturale. Attilio giocò all'inizio terzino, affermandosi per il suo carattere generoso ed esuberante. E' noto l'episodio della Juventus che cercò di farlo suo attraverso i buoni uffici di un avvocato piemontese. Questi penso di guadagnarsi la complicità del padre del giocatore, offrendogli 20.000 lire! (stava nascendo lo stile Juve!! n.d.S.) La risposta di Secondo Ferraris fu orgogliosa e sferzante: «Io non vendo mio figlio».

Tratto da La Roma una Leggenda Editrice il Parnaso

 

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